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Congruenza, Contraddizione, Cambiamento, Cambiamento del Cambiamento (cambiamento che cambia).

Relativamente alla  Congruenza, alla Contraddizione e al Cambiamento, qualche giorno fa ho letto una frase molto interessante, suppor...

Relativamente alla Congruenza, alla Contraddizione e al Cambiamento, qualche giorno fa ho letto una frase molto interessante, supportata da un impianto teorico robusto ben descritto nelle prime 27 pagine del libro Change di Watzlawick, Fish e Weakland. La frase tratta da una nota a pie di pagina 27 è:

[...] qualunque cambiamento è contraddittorio e quindi la contraddizione è la sostanza stessa della realtà. [...] 

Che detto in altri termini è: l'unica costante è il cambiamento continuo.

Tuttavia la frase qui sopra punta il riflettore sulla contraddizione, anche se a mio modo di vedere non in modo esaustivo, e mi ha fatto immaginare questi due grafici:

Nel primo grafico un approccio logico binario (terzo escluso) potrebbe contrapporre la Contraddizione alla Congruenza. In tale grafico e pensiero logico non è a mio avviso chiaro dove sta il cambiamento, ammesso che l'analisi abbia come focus il cambiamento.

La seconda immagine che mi è venuta in mente è la seguente.

Troppa Contraddizione, ovvero la contraddizione della contraddizione può portare a nessun cambiamento, un po' come "meno più meno da più". Allo stesso modo la troppa Congruenza può portare a nessun cambiamento, dove per troppa congruenza intendo il cristallizzarsi della stessa. Questa grafica mi ricorda il concetto della "via di mezzo", quella via di mezzo ben descritta nel film di Leonardo Bertolucci “Il Piccolo Buddha“, tratto dall’omonimo romanzo di Gordon McGill, interpretato da Keanu Reeves,  di cui puoi vedere qui sotto la scena relativa.

Il cambiamento è per sua natura contraddittoria, è un cambiamento di stato, quindi dialetticamente possiamo dire che contraddice lo stato precedente.

Mentre psicologicamente affermare che il cambiamento è contraddittorio, cioè contraddice qualche convinzione, credenza, opinione, è decisamente calzante. Quseto perché spesso il cambiamento psicologico è relativo alla realtà di secondo livello, dove la realtà di primo livello è  cioè quella interpretata ha bisogno di una reale contraddizione della percezione che abbiamo della realtà interpretata.

Distinzione tra realtà di primo e secondo livello

spiegazione realtà di primo e secondo livello

Per mera pignoleria preciso che il NON cambiamento in termini assoluti non è una costante, perché esiste la morte, altresì possiamo dire che il NON cambiamento può essere una costante relativa di qualche comportamento, credenza, opinione, nella vita di una persona.

In termini reali e pratici per fare un cambiamento spesso serve introdurre o un evento formativo (o evento emozionale formativo) o una informazione formativa che fa cambiare una o più opinioni.

Una fobia ad esempio spesso viene trattata attraverso l'introduzione (più o meno fatta in modo strategico) della conoscenza di quanto evitato (evento, soggetto, o situazione fobica). Della serie spesso l'ignoranza è paralizzante, - ma non sempre perché ci sono anche i casi nei quali si agisce proprio perché si ignorano determinati limiti culturali, e magari proprio grazie a questa ignoranza si innova.

Il fatto che la conoscenza "CI CAMBIA" quasi sempre in meglio, mi fa pensare a come l'uomo tramanda la conoscenza, attraverso l'istituzione della frequentazione delle scuole dell'obbligo. Di fatto questo è una vera e propria strategia evolutiva.

Per me pensare che il cambiamento è una contraddizione è qualcosa di molto stimolante perché mi fa pensare:

cosa devo contraddire delle mie convinzioni e credenze per generare un cambiamento significativo?

Nel momento in cui ritengo di non essere soddisfatto della mia situazione attuale ovviamente.

Comprendere che non solo stanare le contraddizioni aiuta ad avere una maggiore congruenza, ma che all'interno della congruenza ci spossano essere delle cose che se contraddette migliorano l'efficienza ed efficacia di una nuova congruenza ritengo sia molto affascinante, o detta in modo diverso:

"quando ho capito che non c'era nulla di interessante a restare coerente e nulla di terribile nel non esserlo sono cambiate tante cose"
Roberta Giallorenzi

La conquista della coerenza credo sia una spinta sociale all'interno della quale c'è il conformarsi per essere accettati dagli altri.

Comprendere che uno può non essere quello se stesso e gli altri, si aspettavano che fosse è decisamente un passo evolutivo del pensiero. E quando affermo questo ripenso ai rimpianti che hanno i malati terminali

RIMPIANTI DI CHI STA PER MORIRE

Perché ricordiamoci sempre quanto ci insegna l'esperienza di Bronnie Ware autrice del libro “THE TOP FIVE REGRETS OF THE DYING” che tradotto in italiano vuol dire “I PRIMI CINQUE RIMPIANTI DI CHI STA PER MORIRE”.

Bronnie lavora in Australia come infermiera. Assiste Malati terminali rimandati a casa, nelle loro ultime settimane di vita.
A queste persone, oltre a somministrare farmaci per alleviare le sofferenze, aveva l’abitudine di fare sempre la stessa domanda: c’è qualcosa che rimpiangi? Le risposte le ha prima raccolte in un blog poi in un libro e la prima quella detta più spesso è:

avrei voluto vivere la vita secondo le mie inclinazioni e non secondo le aspettative degli altri.

Quindi l'interazione che c'è tra: congruenza e contraddizione è legata alle pressioni sociali. Per cui molto probabilmente l'auto-realizzazione passa inevitabilmente attraverso il contraddire le aspettative che gli altri hanno di noi, ed a volte noi abbiamo su se stessi, sulle proprie credenze, opinioni, perché è l'essenza stessa del cambiamento.

 "Avere la possibilità di fare proprio il pensiero secondo il quale si è altro rispetto alla propria aspettativa o rispetto all'aspettativa degli altri, è una conquista"
Roberta Giallorenzi

 

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