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Ci insegnano ad essere uomini e diventiamo poco o per nulla empatici.

Confermo tutto quanto detto in questo video e si ci insegnano a non piangere. Perché veniamo cresciuti imparando a diventare "uo...

Confermo tutto quanto detto in questo video e si ci insegnano a non piangere. Perché veniamo cresciuti imparando a diventare "uomini" o ometti e a non piangere, ad essere forti a non mostrare i nostri sentimenti. 

In genere pure nostro padre non li mostra per niente, nemmeno con noi nel momento in cui diventiamo abbastanza grandi da dimenticare l'affetto degli abbracci che ci dava quando eravamo dei pargoli. 

E così poi quando abbiamo a che fare con il sesso femminile, con le donne, facciamo dei gran casini. Ho sempre pensato che quelli che sono cresciuti con una sorella maggiore abbiano avuto più chance per imparare ad essere più empatici ed a comprendere meglio le donne. 

Lo so che dipende, che ogni storia è una storia a se. In ogni caso i miei amici non mi hanno mai visto o sentito piangere e non ho nemmeno memoria di pianti dei miei migliori amici. 

Mentre le donne che ho amato nei momenti più critici delle relazioni mi hanno visto piangere, oppure ho pianto da solo. Il tutto parte da piccoli, da una semplice frase: "non piangere" ed impari che i bambini forti non piangono, non mostrano le loro emozioni "lacrimogene" brutte o belle che siano.




Trascrizione Video

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Essendo un attore, ricevo dei copioni e il mio lavoro è rispettarli dire le mie battute e dare vita a un personaggio inventato da qualcun'altro. Nel corso della mia carriera, ho avuto il grande onore di interpretare il ruolo di alcuni dei più grandi modelli maschili rappresentati in televisione. Forse mi riconoscerete come "Escort maschile #1".

(Risate)

"Il Fotografo Stupratore", "Stupratore a torso nudo" dal film pluripremiato "Spring Break Shark Attack".

(Risate)

"Specializzando a torso nudo" "Stronzo Pompato a torso nudo" e, nel mio ruolo più famoso, Rafael.

(Applausi)

Un ex-playboy malinconico che si innamora, pensate, di una vergine e che è a torso nudo solo occasionalmente.

(Risate)

Ora, questi ruoli non rappresentano il tipo di uomo che sono realmente, ma è questo che amo della recitazione. Posso vivere dentro personaggi molto diversi da me. Ma ogni volta che ricevevo uno di questi ruoli, mi sorprendevo perché la maggior parte degli uomini che interpreto trasudano machismo carisma e potere e quando mi guardo allo specchio, non è come vedo me stesso. Ma era come Hollywood mi vedeva, e nel corso del tempo ho notato un parallelismo tra i ruoli che interpretavo, essendo uomo, sullo schermo e fuori.

Ho finto di essere un uomo che non sono per tutta la mia vita. Ho fatto finta di essere forte quando mi sentivo debole, di essere sicuro di me, quando mi sentivo insicuro e duro, quando in realtà soffrivo. Credo di aver messo su una sorta di teatrino per molto tempo, ma sono stanco di recitare. E posso dirvi adesso che è estenuante cercare di essere abbastanza uomo per tutti, di continuo. Giusto?

(Risate)

Il mio amico mi capisce.

Ora, da quando ho memoria, mi è stato detto che tipo di uomo sarei dovuto diventare. Da bambino, tutto quello che volevo era essere accettato dagli altri bambini, ma essere accettato significava condividere questa visione quasi disgustata del femminile, e poiché ci dicevano che il femminile era l'opposto del maschile, dovevo scegliere se rifiutare di rispecchiare queste qualità, o essere rifiutato a mia volta. Questo è il copione che ci viene dato. Giusto? Le ragazze sono deboli e i ragazzi sono forti. Questo è ciò che viene comunicato inconsciamente a centinaia di milioni di ragazzi e ragazze in tutto il mondo, come è stato per me.

Bene, sono venuto qui oggi per dire, da uomo che questo è sbagliato, è tossico, e deve finire.

(Applausi)

Ora, non sono qui per farvi lezione di storia. Credo che tutti sappiamo come siamo arrivati qui, ok? Sono solo uno che a 30 anni si è svegliato e ha capito di vivere in uno stato di conflitto, conflitto con chi sento di essere nel profondo e conflitto con quello che il mondo mi dice che dovrei essere. Non ho il desiderio di rientrare nell'attuale e imprecisa definizione di mascolinità perché non voglio essere solo un brav'uomo. Voglio essere un buon essere umano. E credo che l'unico modo per farlo sia per noi non solo accogliendo le qualità che ci hanno detto essere femminili, ma anche difendendole, per supportare e imparare dalle donne che li incarnano.

Ora, uomini!

(Risate)

Non voglio dire che tutto quello che abbiamo imparato sia tossico, ok? Non dico che ci sia qualcosa di naturalmente sbagliato in voi o me e uomini, non dico di smettere di essere uomini. Ma abbiamo bisogno di equilibrio, no? Ci serve equilibrio, e le cose cambieranno solo se daremo uno sguardo vero e onesto ai copioni che ci sono stati tramandati di generazione in generazione e ai ruoli che, da uomini, scegliamo di interpretare nel nostro quotidiano.

Parlando di copioni, il primo copione che ho ricevuto è arrivato da mio padre. Mio padre è fantastico. È amorevole, gentile, sensibile, incoraggiante, è qui.

(Applausi)

Sta piangendo.

(Risate)

Ma scusa, Papà, da bambino lo odiavo per questo perché lo incolpavo di rendermi debole, cosa non tollerata nella piccola città in Oregon dove ci eravamo trasferiti. Perché essere buono significava esser preso di mira. Mio padre non era tradizionalmente virile, così non mi ha insegnato a usare le mani. Non mi ha insegnato a cacciare, fare a botte, sapete, cose da uomini. Invece mi ha insegnato ciò che sapeva: che essere un uomo aveva a che fare col sacrificio e fare tutto il possibile per provvedere alla famiglia e averne cura. Ma c'è un altro ruolo che ho imparato da mio padre che, ho scoperto, lo ha appreso da suo padre un Senatore, che a un certo punto dovette fare il bidello di notte per supportare la famiglia senza dirlo a nessuno. Quel ruolo era di soffrire in segreto. E ora, tre generazioni dopo, mi ritrovo a recitare lo stesso ruolo. Perché mio nonno non poteva rivolgersi a un altro uomo e chiedere il suo aiuto? Perché mio padre ancora oggi pensa di dover fare tutto da solo? Conosco un uomo che morirebbe piuttosto che dire a un altro uomo che sta soffrendo. Ma questo non succede perché siamo tipi forti e silenziosi. Non è così, molti di noi uomini sono bravi a farsi degli amici e a parlare basta che non sia di cose personali.

06:03

(Risate)

Se si tratta di lavoro o sport, politica o donne. non ci sono problemi a dire la nostra, ma se si tratta delle nostre insicurezze o battaglie della nostra paura di fallire, allora è quasi come se ci paralizzassimo. Almeno, è così per me.

Uno dei modi che uso per esercitarmi a non comportarmi più così, è creare esperienze che mi obblighino ad essere vulnerabile. Quindi se c'è qualcosa di cui mi vergogno personalmente, mi esercito a buttarmici a capofitto, non importa quanto spaventoso sia e a volte, anche pubblicamente. Perché facendo così azzero il suo potere, e la mia dimostrazione di vulnerabilità in certi casi autorizza altri uomini a fare lo stesso.

Ad esempio, poco tempo fa combattevo con un problema che sapevo di dover confidare ai miei amici maschi, ma ero così paralizzato dalla paura di essere giudicato e considerato debole e che avrei perso la mia posizione da leader, che sapevo di doverli portare fuori città per una gita di soli uomini di tre giorni.

(Risate)

Solo per aprirmi. E indovinate? È stato solo alla fine del terzo giorno che ho finalmente trovato il coraggio di parlare con loro di ciò che stavo passando. Ma quando l'ho fatto è successo l'incredibile. Ho capito che non ero da solo, perché anche i miei amici lottavano. E appena ho trovato la forza e il coraggio di condividere la mia vergogna, è sparita. Ora, ho imparato col tempo che se voglio praticare la vulnerabilità, devo crearmi un sistema di responsabilità. Sono stato davvero fortunato come attore. Ho attratto un meraviglioso gruppo di fan, davvero molto carini e coinvolti, così ho deciso di usare i miei profili social come un Cavallo di Troia per creare esercizi giornalieri di autenticità e vulnerabilità. La risposta è stata incredibile. È stato consolidante, è stato commovente. Ricevo amore, la stampa mi cerca, migliaia di messaggi positivi al giorno. Ma solo da una categoria di persone: le donne.

(Risate)

È vero. Perché ho solo follower donne? Dove sono gli uomini?

(Risate)

Circa un anno fa, ho postato questa foto. Mentre stavo scorrendo i commenti ho notato che una delle mie fan aveva taggato il suo ragazzo nella foto, e il suo ragazzo ha risposto dicendo: "Per favore smettila di taggarmi in robe da gay Grazie".

(Risate)

Perché essere gay ti rende meno uomo, giusto?

Ho fatto un bel respiro, e ho risposto. Ho detto, molto educatamente, che ero curioso, perché stavo esplorando la mascolinità, e volevo sapere perché l'amore per mia moglie si qualificasse come "roba da gay". E ho aggiunto che volevo sinceramente capire.

(Risate)

Lui mi ha immediatamente risposto. Pensavo che mi avrebbe insultato, invece si è scusato. Mi ha raccontato come, crescendo, le dimostrazioni pubbliche di affetto fossero malviste Mi ha detto che stava lottando e combattendo col suo ego, e che amava molto la sua ragazza, e che era grato per lei e la sua pazienza. E poi qualche settimana dopo mi ha scritto di nuovo. Stavolta mandandomi una foto. Lui in ginocchio, a chiederla in sposa.

10:05

(Applausi)

E mi ha detto solo "Grazie".

Sono stato quel ragazzo. Lo capisco. Pubblicamente stava solo recitando, rigettando il femminile, giusto? Ma segretamente stava aspettando il permesso per esprimersi, essere visto, ascoltato, aveva bisogno di un altro uomo che lo riconoscesse e gli creasse uno spazio sicuro per sentire, e la trasformazione è stata instantanea. Questa esperienza mi è piaciuta tantissimo, perché dimostra che la trasformazione è possibile, anche tramite messaggi Così ho voluto scoprire come raggiungere più uomini, ma nessuno di loro era mio follower.

(Risate)

Allora ho fatto un esperimento. Ho iniziato a postare cose più stereotipicamente maschili

(Risate)

Come i miei allenamenti pesanti, la mia dieta, il percorso di riabilitazione dopo essermi fatto male. E cosa è successo? Gli uomini hanno iniziato a scrivermi. E poi, dal nulla, per la prima volta in tutta la mia carriera, un giornale di fitness mi ha chiamato dicendo che volevano farmi l'onore di essere uno dei loro rivoluzionari.

(Risate)

È davvero rivoluzionario? O solo conformista? Capite, è questo il problema. Agli uomini va bene seguirmi quando parlo di cose da maschi, conformi alle norme di genere. Ma se parlo di quanto io ami mia moglie o mia figlia, o mio figlio di dieci giorni, di come io creda che il matrimonio sia difficile, ma bellissimo, o di come, essendo uomo, ho problemi di dismorfofobia, o se promuovo la parità di genere, mi seguono solo donne Dove sono gli uomini? Allora uomini, uomini, uomini, uomini!

(Applausi)

Lo capisco. Crescendo, ci sfidiamo. Dobbiamo essere gli uomini più duri, forti e coraggiosi che possiamo. E per molti di noi, me incluso, le nostre identità si riducono a se ci sentiamo abbastanza uomini oppure no. Ma ho una sfida per tutti gli uomini, perché gli uomini amano le sfide.

(Risate)

Vi sfido a scoprire se riuscite a usare le stesse qualità che vi fanno sentire uomini per esplorare a fondo voi stessi. La vostra forza, il vostro coraggio, la vostra resistenza. Riusciamo a ridefinire cosa significano, e ad usarli per esplorare i nostri cuori? Siete abbastanza coraggiosi da essere vulnerabili? Da andare da un altro uomo quando vi serve aiuto? Da buttarvi a capofitto nella vergogna? Siete abbastanza forti da essere sensibili, da piangere quando state male o siete felici, anche se vi fa sembrare deboli? Siete abbastanza sicuri di voi da ascoltare le donne che avete accanto? Da ascoltare le loro idee e soluzioni? Da contenere la loro sofferenza e davvero credere a ciò che dicono, anche se parlano contro di voi? E sarete abbastanza uomini da andare contro altri uomini quando sentite "chiacchiere da spogliatoio", quando sentite storie di aggressioni sessuali? Quando i vostri amici parleranno di pacche sul culo o farle ubriacare, gli andrete davvero contro e farete qualcosa affinché un giorno non vivremo in un mondo dove una donna deve rischiare tutto e uscire allo scoperto dicendo "anche io"?

(Applausi)

Questa è una cosa seria. Ho dovuto riconsiderare onestamente i modi in cui ho inconsciamente ferito le donne della mia vita, ed è orribile. Mia moglie mi ha detto che ho avuto dei comportamenti che l'hanno ferita, e non li ho corretti. Praticamente, a volte mentre parlava a casa o in pubblico, la interrompevo a metà frase, e finivo il suo pensiero a posto suo. È terribile. La cosa peggiore è che non me ne rendevo affatto conto. Era inconscio. Perciò eccomi qua, a fare la mia parte, cercando di essere femminista, amplificando le voci delle donne del mondo, eppure, a casa, usavo la mia voce più forte per far tacere la donna che amo di più. Ho dovuto farmi una domanda difficile: sono abbastanza uomo da stare zitto e ascoltare?

15:06

(Risate)

(Applausi)

Devo essere onesto vorrei non aver ricevuto applausi.

(Risate)

Gente, questo è reale. E sto solo grattando la superficie, perché più andiamo a fondo, e più diventa brutto Non ho tempo di parlare di porno o violenza sulle donne o la separazione dei compiti domestici o la differenza di salario. Ma credo che, essendo uomini, dovremmo iniziare ad andare oltre i nostri privilegi e riconoscere che non siamo solo parte del problema. Amici, noi siamo il problema. Il soffitto di vetro esiste perché lo abbiamo messo noi, se vogliamo essere parte della soluzione, le parole non sono più sufficienti.

Mi piace molto, da sempre, una citazione delle scritture Bahá'í. Dice "il mondo dell'umanità possiede due ali, maschile e femminile, finché le sue ali non saranno egualmente forti, l'uccello non volerà".

Donne, a nome di tutti gli uomini del mondo che si sentono come me, per favore perdonateci per tutti i modi in cui non ci siamo affidati alla vostra forza. E ora vorrei chiedervi di aiutarci ufficialmente, perché da soli non ci riusciamo. Siamo uomini, faremo casini. Diremo la cosa sbagliata, col tono sbagliato. Molto probabilmente vi offenderemo. Ma non perdete la speranza. Siamo qui solo grazie a voi, e come voi, da uomini, dobbiamo fare qualcosa ed esservi alleati nella battaglia contro praticamente tutto. Ci serve il vostro aiuto per celebrare la nostra vulnerabilità e siate pazienti con noi mentre facciamo questo lunghissimo viaggio dai nostri cervelli ai nostri cuori. E infine ai genitori: invece di insegnare ai nostri figli ad essere bambini coraggiosi o bambine carine, possiamo insegnare loro ad essere buoni esseri umani?

Tornando a mio padre. Crescendo, come ogni ragazzo, avevo i miei problemi. Ma ora mi rendo conto che è stato grazie alla sua sensibilità ed intelligenza emotiva che sono in grado di essere qui e parlare di fronte a voi. Il mio risentimento verso mio padre non aveva a che fare con lui. Aveva a che fare con me, con il mio bisogno di essere accettato e di recitare una parte che non era destinata a me. Anche se mio padre non mi ha insegnato ad usare le mani, mi ha insegnato a usare il cuore, e questo lo rende più uomo di qualsiasi altra cosa.

Grazie.

(Applausi)

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