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Marketing Compulsivo Ossessivo

Da una interessantissima discussione via mail con il mio carissimo amico Cocciu , tra i vari scambi di conoscenze e nozioni relativi al...

Da una interessantissima discussione via mail con il mio carissimo amico Cocciu, tra i vari scambi di conoscenze e nozioni relativi al Marketing, anche a volte con toni ironici, ad un certo punto ne è uscito questo scambio:

Cocciu: esiste il marketing ossessivo compulsivo? non ci credo. allora c'è anche quello schizoide, quello paranoico, quello ludopate eccetera...? :-)

Luca: prima di arrivare con il massimo vantaggio operativo da A a B, servirebbe sapere come mettere in ordine A e B e come sapersi muovere, e successivamente come muoversi più velocemente.

Cocciu: questo è davvero molto interessante. Però non l'ho capito. A e B cosa sono? Se obiettivi, di che genere?

Luca: Mentre stavo per rispondere a queste domande di Andrea (alias Cocciu), ho deciso di pubblicare la risposta perché potrebbe essere utile a più.

Ossessivo e compulsivo sono due parole tanto di moda, come anche la parola Strategico. Non era mia intenzione affermare l'esistenza di un Marketing Ossessivo Compulsivo, per quanto questo esiste davvero, se leggi la mia analisi in questo mio articolo: Compulsivo, creare un significato per fare andare di moda l’idea di un disturbo.

Alché vedrai che dire Marketing Ossessivo Compulsivo può vuoler dire, correttamente, da un punto di vista etimologico:

marketing (der. di (to) market «vendere» quindi vendendo)
com-pulsivo (da com-pulsare cioè spingere insieme)
os-sessivo (da as-sediare -> ob-sidere, cioè sedere davanti a)

in definitiva: "Vendendo, spingendo insieme e assediando".

Se ci pensi bene nulla di nuovo sotto il sole del Marketing, anzi questo è marketing tattico e strategico  davvero ed anche con cognizione di causa.

Ora mi spiego.
L'amministrazione delle risorse e il raggiungimento degli obiettivi, secondo me ha la sua massima scuola nell'arte della guerra, per un motivo, se sbagli sei morto, realmente. Pertanto l'intelletto umano ha ben spremuto le proprie capacità, spinto dalle più grandi forze:

  • paura della morte;
  • bramosia del potere ed esaltazione della conquista (chi vince prende tutte le ricchezze dell'altro terre, case, donne, schiavi, cavalli, animali, oro, e via dicendo).

Questa cosa è molto ben spiegata da Baricco quando spiega l'Illiade, o come la chiama lui l'Achilleide, e quando parla in altri racconti della Prima guerra mondiale, dove spiega come ancora il mito della guerra fosse forte e presente negli stereotipi collettivi dei giovani, i quali andavano in guerra cantando, speranzosi di facili ricchezze e glorie.

Poi la Prima e la Seconda Guerra mondiale hanno, grazie a vari fattori innovativi come:

  • il racconto della stessa attraverso foto e film;
  • del cambio di tipo di battaglia, non più corpo a corpo e di posizione (l'ultima guerra di questo tipo è stata la Prima Guerra Mondiale), ma sopra tutto di tipo aereo, dove sempre più la battaglia era uomini che conducevano macchine contro altri uomini o altri uomini che conducevano macchine; le quali hanno completamente soppiantato la battaglia corpo a corpo; e sopra tutto hanno aumentato enormemente la capacità di distruzione e devastazione (vedi Hiroshima e Nagasaki, Dresda, e altre);

ha a carissimo prezzo, il vantaggio di aver distrutto l'idea romantica e gloriosa della guerra nella testa degli uomini.

Tant'è che quando gli americani entrarono a Berlino (dopo i Russi), il generale americano commentava in un intervista o documentario o docufilm (ora non ricordo), che in un altra epoca sarebbe stato accolto come un Cesare, mentre nessuno era là a glorificarlo e che si sono dimenticati in fretta di lui. Tant'è che oggi quanti si ricordano qual'era il generale entrato a Berlino? Penso pochissimi, e gli altri solo googlando.

 

Marketing e l'arte della guerra.

Detto questo possiamo ancora recuperare per il Marketing alcuni elementi di base dell'organizzazione umana presi dall'arte della guerra.

1° abbiamo bisogno di Tattica:

(etimo: tecnica arte dell'ordinare, ordinare -> dare ordini)
la tattica nell'arte della guerra è quella capacità di saper muovere in modo ordinato un esercito.

Avendo portato blocchi da 90 uomini, ti assicuro che non è una cosa banale, e comprende capacità di comando, cioè di farsi rispettare da chi riceve gli ordini, saper tenere buono l'umore, e mostrare che attraverso gli ordini e insegnamenti dati poi si raggiungono i risultati del movimento coordinato. (Seguimi perché sono tutte metafore).

Quindi ricapitolando: Tattica è l'arte di fare ordine, e di muoversi in modo ordinato, raffinato (chiaro, cosciente, anche tecnico), sia per il singolo che per il gruppo.

2° abbiamo bisogno di Strategia:

una volta che abbiamo acquisto l'importanza delle conoscenze che danno una buona comprensione e gestione della Tattica, allora possiamo parlare di Strategia. Pertanto la Strategia arriva dopo la comprensione della Tattica.

In sintesi possiamo dire, prima impariamo a muoverci, poi a muoverci più velocemente.

Strategia deriva dal greco strategon (condottiero di esercito, cioè colui che conduce) pertanto colui che comandava l'esercito diremmo oggi.

Treccani scrive di strategia:
Nell’arte militare, la tecnica di individuare gli obiettivi generali e finali di una guerra o di un ampio settore di operazioni, di elaborare le grandi linee di azione, predisponendo i mezzi per conseguire la vittoria (o i risultati più favorevoli) con il minor sacrificio possibile.

Dal mio punto di vista l'ultima parte è quella più importante.

Se prendiamo in considerazione il significato di Stratagemma, vediamo che è qualcosa relativo all'arte dell'inganno, o comunque ad una conduzione che porti ad un vantaggio.

Nell'arte della guerra il massimo vantaggio, per secoli, è stato quello della sorpresa, e della velocità, per prendere il nemico impreparato, ed indurlo a scappare o alla resa (perché impreparato). Attento che un esercito che scappa (e non si ritira) pertanto si muove in modo sconclusionato senza ne capo ne coda, è storicamente l'esercito che subisce le maggiori perdite (e maggiori massacri).

Artisti del movimento veloce e pertanto della strategia erano sicuramente:

Annibale, come muoveva il suo esercito è studiato ancora oggi nelle accademie militari (anche per l'arte dell'inganno).

Napoleone, che soleva dire, "siccome ho molta fretta vado molto piano".
Molti non capiscono questa sua affermazione perché non sanno nulla di arte militare. Per muovere un esercito, migliaia di persone, e spesso anche farle partire da punti diversi, per farle convergere in un unico punto, ottenendo un vantaggio operativo, serve una grande capacità di preparazione e coordinazione (ottima tattica). Se gli uomini dell'esercito devono spostarsi di centinaia o migliaia di chilometri a piedi, per farlo muovere molto velocemente bisogna saper togliere o ridurre esempio le pause di rifornimento. Napoleone introdusse il cibo in scatola (in lattina) per muoversi più velocemente. Anche questo gli permetteva di arrivare nel punto dove avrebbe incontrato l'esercito nemico con giorni di anticipo, rispetto le previsioni del nemico. Quindi questo prevedeva preparazione e gestione della logistica (muoversi molto piano all'inizio, per essere molto veloci dopo). Perché arrivare con giorni di anticipo nel punto di ipotetico scontro non consentiva al nemico di manovrare l'esercito, cioè di radunarlo, ordinarlo e organizzarlo (tattica) per portarlo all'impatto. Così Napoleone sfruttava questo vantaggio operativo (ottima Tattica, e rapida Strategia) per conseguire il massimo vantaggio operativo durante l'incontro/scontro con il nemico. Questo impreparato, spesso non ancora riunito, pertanto frammentato, non poteva competere contro l'esercito di Napoleone. Da questo derivano le sue fulminee conquiste.

Se ci pensi anche l'entrata in Iraq da parte degli americani fu un esasperazione della strategia di Napoleone. Gli americani sono entrati in Iraq con il più veloce movimento delle forze di terra mai fatto in una guerra.

In conclusione pertanto possiamo affermare con cognizione storica che Strategia e Stratagemma, che derivano da Strategon (condottiero di esercito, e condurre l'esercito per sorprendere e/o ingannare il nemico), sono l'arte di portare attraverso un'ottima Tattica il proprio esercito dal punto A di partenza (o punti di partenza), al punto B di arrivo (compiutezza della strategia), con il maggior vantaggio operativo.

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