Perché quando abbiamo il desiderio di cambiare qualche aspetto della nostra vita, o del nostro modo di essere, a volte ci auto-ingabbia...
Perché quando abbiamo il desiderio di cambiare qualche aspetto della nostra vita, o del nostro modo di essere, a volte ci auto-ingabbiamo sempre di più nelle nostre abitudini? E perché le strategie stesse che mettiamo in azione ci riportano alle nostre abitudini, invece che verso il cambiamento desiderato?
Il motivo risiede anche nella costruzione del metro di paragone tra meglio e peggio.
Ciò che percepiamo come meglio e ciò che percepiamo come peggio ci porta a fare VALUTAZIONI e le valutazioni è ciò che ci porta a prendere delle decisioni oppure a non prenderle, insieme a tutta una serie di fattori che per il momento solo citerò per evitare di dilungarmi come:
- credenze,
- convinzioni,
- i devo,
- i nostri valori interni,
- le metafore,
- gli stereotipi,
- le opinioni,
- il percepito emozionalmente,
- quello che abbiamo appreso dall'ambiente nel tempo.
La cosa interessante è che agendo su uno o su alcuni di questi elementi la nostra VALUTAZIONE può cambiare RADICALMENTE. E quindi spingerci a prendere decisioni completamente diverse. A spostarci dall'inabilità all'azione più intraprendente.
Pertanto ciò che è meglio è ciò che peggio per noi, ovvero la valutazione che facciamo prima di decidere se prendere decisioni diverse, se cambiare, è importante comprendere che è legato ad una serie di elementi che risiedono nella nostra mente che possiamo modificare.
E questo risponde alla domanda del titolo, ovvero che il metro di paragone tra meglio è peggio non è sempre uguale.
I formatori come Anthony Robbins usano le emozioni e la postura del corpo per modificare in modo potente la percezione interna. Perché NON è possibile prendere lo stesso tipo di decisioni provando percezioni diverse.
Certo ci sono resistenze che possono essere molto potenti, magari legate a traumi passati. La cultura orientale ci insegna che il passato non esiste, esiste solo il qui ed ora. La cultura occidentale ci insegna che il passato esiste in quanto ciclo cibernetico che noi RIPROPRONIAMO nel qui e ora. Entrambe le culture ci insegnano che possiamo interrompere, modificare, spezzare, ciò che ci blocca che ci limita che ci depotenzia.
Come? Personalmente mi ti risponderei felicitandosi e so che mi manderesti a quel paese. Tuttavia se ti ho incuriosito ti invito a leggere qui cosa intendo per felicitarsi.
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