Se non hai letto 59 Secondi di Richard Wiseman che da buon indagatore pignolo di queste cose, va a ricercare test scientifici ...
Se non hai letto 59 Secondi di Richard Wiseman che da buon indagatore pignolo di queste cose, va a ricercare test scientifici con un'adeguata statistica di riferimento, ti posso spiegare che la risposta non è né si né no. Ma nemmeno Sì. Scopriamo insieme perché...Conosco molto bene la teoria del fatto che "La nostra mente non distingue un’esperienza vividamente immaginata da una realmente vissuta".
Per me non funziona, almeno presentata semplicisticamente in questo modo. Perché personalmente so sempre quando sogno, penso, vivo realmente. OK, io da solo non faccio test. Bene, nel libro di Wiseman è riportata letteratura scientifica a riguardo dell'inefficacia statistica di questa pratica. Attenzione perché questo non vuol dire che non funziona con tutti. Anche il placebo funziona statisticamente per una percentuale della popolazione. Dico semplicemente che approfondendo gli studi su queste pratiche i numeri dicono che più della metà delle persone che usano in modo "inadeguato" l'immaginazione, ha sia in termini emozionali che di obiettivi raggiunti, pessimi risultati.
Ti porto un esempio, quello fatto agli studenti i quali dovevano sottoporsi a degli esami.
Ad un Gruppo A era stato detto di fare l'esercizio di immaginarsi in modo vivido che l'esame sarebbe andato magnificamente bene, (cioè orientarsi Visivamente "Verso A" cioè verso l'obiettivo, quindi per sintesi "Gruppo A = Verso A").
Ad un Gruppo B era stato detto d'immaginarsi quali difficoltà avrebbero potuto incontrare (immaginarsi cosa li avrebbe portati "Lontano Da" cioè lontano dall'obiettivo, per sintesi "Gruppo B = Lontano Da").
Ad un Gruppo C di controllo non era stato dato
nessun'esercizio a riguardo.
Risultati:
Rispetto al
Gruppo C di controllo,
quelli del "Gruppo A = Verso A"
(immaginarsi il meglio) avevano peggiorato i propri voti;
quelli
del "Gruppo B = Lontano Da" (immaginarsi le difficoltà )
avevano migliorato i propri voti.
Questo test in realtà NON dimostra che le visualizzazioni non funzionano, da solo una indicazione che far concentrare solo su "Verso A" non porta gli obiettivi sperati, perché il corpo si rilassa eccessivamente, invece di produrre la dovuta fisiologia necessaria per impegnarsi a raggiungere i risultati.
Per quanto riguarda il Secret, come viene proposto, troppo semplicisticamente, cioè attrarre quello che vogliamo venga da noi, la questione è simile a quanto ho già espresso con il concetto "Vicino A". La differenza in questo caso la posso spiegare brevemente con un esempio: "Io posso pensare di Attrarre di sapere usare il computer, ma se non lo apro e studio informatica non diventerò mai per magia un programmatore". Semplice buon senso.
La migliore prova che abbiamo bisogno sia del "Lontano da" che del "Verso A" a mio avviso ci viene spiegata brillantemente dal libro scritto nel 2001, titolo "Good to Great" (cioè da Bene a Grande anche inteso come Supremo) di Jim Collins, erroneamente tradotto in italiano con la nostra pessima metafora "O meglio o niente".
Perché in esse trovate concretezza, niente magiche illusioni, informazioni per una capacità operativa, niente poltronesche teorie dell'attrazione (intendo il Secret ovviamente), esperienze e interviste di persone, di Leader che hanno realizzato concretamente i loro obiettivi, in modo a dir poco magnifico, cioè arrivando a far rendere le loro imprese anche fino a 15 volte la media del mercato per più di 15 anni di fila. In quel libro non troverete nessuna speranza di vincere alle lotterie, o al super enalotto, ma persone intervistate che spiegano come si sono rimboccate le maniche, e quali principi hanno seguito per perseguire e raggiungere i loro obiettivi.
Quindi, piedi per terra, un passo dopo l'altro, avanzare per scalare la montagna, perché non è la montagna che viene da noi, siamo noi che la scaliamo, e permettetemi che il gusto del viaggio e la differenza della soddisfazione, sono enormi, concreti, controllabili e dipendono solo ed esclusivamente da noi.
Approfondimenti e Note Bibliografiche:
•
Richard Wiseman, (sito personale)
•
Richard Wiseman su wikipedia in lingua inglese
(ha più informazioni di wikipedia italiano),
•
Richard Wiseman su wikipedia italiano
• Libro 59 Secondi di Richard Wiseman
•
Jim Collins
(official website)
•
Jim Collins su Wikipedia in lingua inglese
(nowikit)
•
Good to Great" di Jim Collins (2001) su wikipedia in lingua inglese, (nowikit)
Sigle:
nowikit = Significha che Non esiste su Wikipedia
italiano in data articolo
Parole Chiave: apprendere come imparare meglio a imparare, autoinganni, Azione, Come migliorare la comunicazione, Come raggiungere i propri obiettivi, Credenze Strategiche, Distinzioni, Educazione, FARE, Il potere della chiarezza, Il potere della distinzione, Imparare, imparare a imparare, In evidenza, Leadership, Libri, MotivAzione, Stratagemmi, Strategie, Tattiche,
Tag: lontano da, vicino a.
4 Commenti
Parole chiave: autoinganni, Distinzioni, Leadership, Libri, MotivAzione
26/01/2022 data pubblicazione seconda edizione.
13/01/2013 Prima edizione
Oggi aggiungo una riflessione a riguardo. Com’è documentato anche da altri studi, esiste una parte di persone (in genere atleti) che usano con notevole profitto la tecnica delle visualizzazioni.
Dove sta la differenza che fa la differenza?
A mio parere nel fatto che come miccia di attivazione performa male, mentre come buster una volta avviati performa meglio. Mi spiego, un Alteta è già in corsa verso un obiettivo, quindi è già in azione, ha già trovato la scintilla per muoversi (prima motivazione) e sta continuando a produrre azioni e risultati. In questo caso la visualizzazione è come buttare benzina sul fuoco. Mentre per chi ha bisogno di trovare la scintilla per avviare i primi passi verso un obiettivo la tecnica della visualizzazione può essere inefficace.
Intendo anche per fare un fuoco serve la scintilla, la paglia, poi per farlo bruciare più a lungo serve un bel pezzo di tronco, e se si vuole più calore, serve una circolazione d’aria forzata.
Oppure un’altra metafora, per accendere la macchina serve la scintilla, la benzina, l’aria uno spinterogeno, una batteria, vari ingranaggi e via dicendo, tutta una moltitudine di elementi complessi, e per farla andare ancora più veloce serve una turbina ed altre cose. Ovvero la complessità di raggiungere determinati risultati, può essere descritta a mio avviso solo attraverso tecniche di pianificazione, e non con la semplicistica spiegazione delle visualizzazioni.
Questo perché il raggiungimento di certi risultati non è un evento deterministico. È un evento cibernetico, fatto di aspettative, azioni, retroazioni, informazioni aggiuntive, modifiche, correzioni, speculazioni, progettazioni, pianificazioni, realizzazioni, studio dei risultati, e via dicendo un loop di questi ed altri meccanismi.
Albert Einstein diceva che è bene semplificare fino dove è possibile, e non oltre perché oltrepassata una certa soglia vi è una perdita di informazione che non permette più di comprenderne la complessità ed in questo caso il processo.
Dimenticavo un altro elemento importante a mio avviso, è indurre l’entusiasmo in se stessi, come si fa con la scintilla e la paglia (o la carta) per accendere il fuoco sotto la legna, e indurre a divertirsi con l’allegria, perché così potremo goderci molto di più viaggio che stiamo creando per raggiungere l’obiettivo.
E scoprire poi, che è il viaggio che ci rende felici, non la destinazione.
Grazie per la chiarezza con cui esprimi concetti importanti, frutto di personali approfondimenti e non di lezioncine youtubistiche riciclate. Con semplicità (e non semplicisticamente) hai spiegato i limiti della sola visualizzazione.
Begius, ho visto solo ora questo commento, mi scuso perché non me ne sono accorto prima. Ho apprezzato molto quello che hai scritto. Grazie :-).