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"Nomen Omen", destino? Sì, No e come liberarsene.

Nomen Omen è un modo di dire latino che, tradotto letteralmente, significa: "il nome è un presagio", "un nome...


Nomen Omen è un modo di dire latino che, tradotto letteralmente, significa:

  • "il nome è un presagio",
  • "un nome, un destino",
  • "il destino nel nome",
  • "di nome e di fatto";

e deriva degli antichi Romani i quali credevano che nel nome della persona fosse indicato il suo destino. Siamo di fronte ad una particolare forma di superstizione? Un po' si ed un po' no.

Analizziamo meglio.

Perché anche oggi, in base a tali modi dire, potremmo affermare che ci esistono personaggi famosi che rientrerebbero nella categoria "Nome Omen", come ad esempio Larry Page, Bill Gates, e così via.

Faccio notare che "Nomen Omen" potrebbe funzionare in termini di associazione:

  • da una parte un po' come la "profezia che si auto avvera",
  • ma soprattutto dall'altra esattamente come gli oroscopi.

Mi spiego meglio. Le persone ricordano i Nomen Omen come Larry Page, e tendono ad escludere tutti i "NON Nome Omen" come Sergei Brin, cioè il socio di Larry Page, il cui nome non rientra nella categoria "Nome Omen". Con gli oroscopi ed i segni zodiacali riproduciamo lo stesso meccanismo mentale, cioè tendiamo a ricordare le affinità rispetto alle diversità.

Perché accade questo? 

Perché la mente nota e riesce meglio a ricordare le cose simili rispetto a quelle differenti che tende a scartare, proprio per creare connessioni di similitudini.

Anche per questo motivo risulta più difficile fare nuove scoperte (notare cose differenti) rispetto a riconoscere cose simili a quelle già conosciute.

Il proprio nome e cognome possono influenzare la propria personalità, allo stesso modo in cui ogni elemento esterno di comunicazione influenza e interagisce con noi stessi.

Tuttavia il nome ha due componenti davvero molto forti rispetto alle altre comunicazioni:

la prima, 
tendiamo a legarlo alla nostra identità quindi al nostro "essere", quando affermiamo "Io sono ... e pronunciamo  il nostro nome", rispetto a "io mi chiamo";

la seconda,
• ripetiamo il nostro nome durante la vita,
• e veniamo chiamati con il nome da altre persone
tantissime volte, e "la ripetizione è maestra delle capacità".

Per questo motivo mi sento di affermare che un nome può effettivamente influenzare una persona.

Quindi in teoria sarebbe meglio avere un nome e cognome come ad esempio Massimo Sapere, piuttosto che Alfredo Povero (che al contrario suona come Povero al freddo).

Quando scegliete il nome a vostro figlio o figlia, pensateci bene, perché può aiutarlo o metterlo/a in difficoltà nella sua vita.

Per quanto riguarda il cognome? Se non vi piace cambiatelo! Perché non è stato scelto, vi è arrivato tramandato.

E poi, perché dovremmo accettare quello del padre e non quello della madre? E lo stesso potremmo dire per quello delle nonne, e così via.

La risposta che viene data in questo caso è, "si fa così, per tradizione". In questo caso ricordo che "Tradizione" ha la stessa radice di "Tradire", che deriva dal Latino "Tràdere" che vuol dire semplicemente: consegnare, mettere in mano. Abbiamo sempre e comunque il potere di rifiutare quello che ci viene consegnato se non lo riteniamo gradito.

 


01/10/2022 data pubblicazione seconda edizione.
12/10/2012 Prima edizione

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