Trascrizione parziale del video Dal minuto: 1:26, parla Giorgio Nardone. [...] L'ultima tra le tipologie più frequenti di paura di deci...
Trascrizione parziale del video
Dal minuto: 1:26, parla Giorgio Nardone.
[...] L'ultima tra le tipologie più frequenti di paura di decidere e la paura di perdere il controllo del processo decisionale. Sono quelle persone che di solito sono estremamente attenti ad avere tutto sotto controllo, che non iniziano un processo decisionale, non lo attivano perché temono che una volta innescata il processo ne perdano il controllo.
- Qualchedun altro prenderà questa cosa che io innescato;
- oppure mentre ho innescato la cosa ci sono delle retroazioni per cui io non sarò più capace di portarla avanti;
- o interferirà qualche cosa che non mi permetterà di portare a termine tutto il percorso fino alla scelta migliore.
È chiaro che in questo caso abbiamo una matrice, come noi diremmo, più ossessiva, è il bisogno di controllare in anticipo tutto. Ma sapete che questa è un'altra deviazione molto umana. Di nuovo la nostra capacità di gestire l'ambiente di costruire macchinari sempre più evoluti, tecnologie sempre più straordinarie ci fa avere spesso l'illusione di voler controllare in anticipo tutto.
Purtroppo il "Caso" ancora nessuno ha imparato a controllarlo. E spesso sapete che è beffardo e crudele.
La paura fondamentalmente è qualche cosa con la quale noi dobbiamo imparare non a convivere come dice qualche d'uno, no, a guardarla in faccia per trasformarla in coraggio.
Gli antichi Sumeri su una tavola avevano già scritto: "la paura evitata diventa timor panico, la paura guardata in faccia si trasforma in coraggio".
La paura è la nostra dotazione più importante, dobbiamo imparare utilizzarla al meglio. Ma per utilizzarlo al meglio la dobbiamo non solo accettarla dobbiamo sperimentare, la dobbiamo portare alla sua saturazione, per trasformarla in capacità.
Sono pochissime le persone che hanno un accezione positiva della paura, come risorsa.
Viene vista come qualcosa da cui rifuggire, il demone che ti spaventa. Mentre è qualcosa a cui dobbiamo educarci, che dobbiamo renderci amica; è quell'ombra che sempre con noi che se io cerco di scacciarla mi ci perdo dentro
Shakespeare dice che cos'è la follia, è: "colui che cerca li scacciare la propria ombra ci si perde dentro".
Con la paura e la stessa cosa, noi dobbiamo imparare a rendercela la migliore delle amiche, la più importante le nostre risorse.
Perché è solo ha paura che ci rende coraggiosi, anche se sembra un paradosso.
Il coraggio ogni volta è la paura vinta. Ma non c'è una volta per tutte, per tutte le volte c'è una nuova paura che tu devi vincere per fare l'atto cosiddetto audace o di coraggio.
Titolo video: Giorgio Nardone: l'antidoto per superare una paura ...
Trascrizione video.
Parla Giorgio Nardone.
Anche quando noi dobbiamo prendere delle decisioni dobbiamo valutare le condizioni, le situazioni, in modo tale da contemplare i punti di vista, anche quelli per noi illogici, soprattutto quando vogliamo aiutare qualche d'uno a prendere una decisione.
Se invece applichiamo dei modelli rigidi di decision making (processo decisionale) il più delle volte forziamo la situazione. E ci troviamo a dare delle indicazioni che sono indicazioni standard. E che il più delle volte sono quelle razionali. Ma sei blocco è a livello emotivo come fara a funzionare?
La maggioranza delle persone che è bloccata emotivamente vi dice: "L'ho capito che devo fare così ma non ci riesco." "So quello che dovrei fare ma non riesco a metterlo in atto perché mi blocco." E li abbiamo la paura che entra a piè pari e che blocca il processo decisionale.
Fin qui vi ha fatto un piccolo excursus, anche se ho citato solo la paura di sbagliare, mentre analizzando quelle che sono le più frequenti tipologie di Paura di Decidere troviamo che ce ne sono alcune categorie ricorrenti.
La prima è appunto la paura di sbagliare.
La seconda è la paura di non essere all'altezza.
Le persone spesso non riescono a prendere una decisione perché pensano di non essere all'altezza di prendere una decisione, di fare una scelta. E di nuovo tendono a delegare a qualche d'un altro, tendono a rinunciare a prendere la scelta, tendono a rimandarla, fino a che come dicevamo l'epilogo usuale è tragico perché o la decisione viene presa in un momento troppo tardivo; o all'ultimo momento viene presa così come se fosse intuitiva senza che sia una decisione intuitivamente costruita.
Ma soprattutto queste persone poi entrano un circolo vizioso dove l'incapacità di decidere lieve, mettendo in atto queste tentate soluzioni fallimentari, diventa sempre più forte, quindi si trasforma in incapacità media fino a diventare incapacità severa. Perché quello che dobbiamo considerare, che è la cosa più importante, è che le incapacità non stanno ferme.
La prima cosa di cui bisogna avere paura e la paura che ci induce a evitare a rinunciare a delegare.
Quando si lavora con i pazienti, davvero panicanti, una delle prime cose che si deve fare e fargli venire la paura di chiedere aiuto. Perché se continuano a chiedere aiuto la situazione peggiorerà, e dobbiamo proprio fargli sentire che chiedere aiuto anche se sembra la cosa che mi protegge di più è la cosa più minacciosa più pericolosa da fare.
E in questo caso, come vedremo, la paura torna essere risorsa perché una cosa che dovete tenere sempre a mente: il miglior modo per superare la paura è una paura più grande che la inibisce.
L'arte di far superare la paura, prima di tutto muove da saper creare una paura più grande che inibisce la paura in corso, e che ci permette di affrontarla. O molto spesso, per chi ha paura di prendere una decisione, è il primo passo e fargli vedere come non prendere una decisione o delegarla o rimandarla creerà qualcosa di molto più pericoloso.
Il limite della paura è una paura più grande.
Quindi saper costruire paure terapeutiche è il primo strumento di intervento su qualunque forma di paura invalidante.
La terza forma di paura più frequente é la paura di esporsi.
La paura di esporsi però non è sicuro andare su un palcoscenico sapete, la paura di esporsi è anche quella che non mi fa prendere una decisione perché mi espongo, traccio la distinzione. Ci sarà qualche duro che ce l'avrà con me, ci sarà qualcheduno scontento.
[Etimo] Ma andiamo alla radice della parola esporsi, è curioso perché se noi la associamo alla parola esistere, existere dal latino vuol dire "essere esposti". Quindi in realtà l'esposizione esistenziale è la nostra caratteristica di vita. Nel vivere noi siamo esposti a tutto ciò che l'esistenza ci pone.
Il problema è che se noi vogliamo evitare le esposizioni che ci mettono in difficoltà facciamo proprio una regressione esistenziale nel senso che limitiamo la nostra vita.
È chiaro che c'è una bella differenza nel esporsi a suggerire al figlio lo sport da fare o far decidere chi licenziare nell'azienda. Ma il timore di esporsi fa sì che la persona tenda a voler evitare qualunque decisione che crea comunque una retro-azione.
Quindi anche in questo caso abbiamo la solita dinamica ovvero: delegare, rimandare, rinunciare, cercare di controllare e ricontrollare per fare al meglio la cosa, o cercare di controllare tutto il processo senza delegare. E al finale abbiamo lo stesso risultato un'incapacità che può essere lieve, che può diventare media, fino a diventare severa quindi totalmente invalidante.
[Fine trascrizione video.]
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