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L'importanza di saper riconoscere e alimentare tutto il bene del mondo.

Un altro bellissimo discorso di Matteo Gracis di grande ispirazione che ci fa ricordare quanto è importante saper alimentare tutto il bene d...

Un altro bellissimo discorso di Matteo Gracis di grande ispirazione che ci fa ricordare quanto è importante saper alimentare tutto il bene del mondo e non il contrario.



Trascrizione video

Siamo a un passo dal baratro?

Buonasera a tutti, benvenuti. Siamo a un passo dal baratro. Siamo veramente a un passo dal baratro? Guerre, pandemia, catastrofi naturali, criminalità, inquinamento, emergenze di ogni tipo. Quanti di voi credono che il mondo, in questo momento, sia un vero e proprio disastro? E quanti, là fuori, per lo stesso motivo, sentono il vuoto sotto i piedi, vivendo nella paura e nella preoccupazione costante?

Purtroppo, sono sentimenti sempre più diffusi, soprattutto nelle nuove generazioni. Secondo una ricerca dell'Unicef del maggio 2023, il 39% degli adolescenti italiani soffre di ansia o depressione. Il 39%! Pensate, è un numero folle. Significa che quasi quattro ragazzi su dieci stanno attraversando uno dei periodi più importanti della loro vita in preda allo sconforto. E gli adulti non se la passano molto meglio.

Eppure, c'è qualcosa che non mi torna, o meglio, qualcosa che proprio non riesco a mandare giù. Vedete, io ho avuto una grande fortuna nella vita, grandissima: quella di poter viaggiare con i miei genitori fin da quando ero bambino. Così, in India, a soli sei anni, ho scoperto il valore della gratitudine.

Il valore della gratitudine.

Camminando per le strade di Bombay, una città che nel frattempo ha cambiato nome e oggi si chiama Mumbai, ho imparato il valore della gratitudine. Ho scoperto che alcuni dei bambini che mi correvano intorno, incuriositi dal colore della mia pelle e dai miei vestiti, erano stati mutilati dai loro stessi genitori, affinché fossero più efficaci nel fare l'elemosina. Un bambino senza un braccio porta a casa qualche monetina in più rispetto agli altri, salvando così la famiglia dalla fame.

Mi resi conto, anni dopo, che forse non siamo abbastanza grati per essere nati qui e ora. Ho continuato a coltivare questa passione per i viaggi anche da adulto, e questo mi ha portato a visitare 70 paesi del mondo, spesso "on the road", con lo zaino in spalla, a bordo di treni, biciclette, o meglio ancora a piedi. Camminando tra i monti dell’Himalaya, sul Machu Picchu o sul Kilimanjaro, ho imparato che viaggiare lentamente è il miglior modo di viaggiare.

L'insegnamento più prezioso che ho portato a casa da queste avventure è che, spesso, il mondo non è come ce lo raccontano, e tanto meno come ce l'hanno raccontato. Si dice infatti che la storia la scrivono i vincitori, e in passato era sicuramente così. Un esempio emblematico è ciò che è successo nel 1492, data che tutti conosciamo bene, associata immediatamente alla "scoperta dell'America". Ma in realtà, quel giorno Cristoforo Colombo non ha scoperto niente, perché su quella terra c'erano già centinaia di milioni di persone, civiltà evolute e complesse.

La storia scritta dai vincitori.

Certo, noi non li conoscevamo, ma ciò non significa che non esistessero. Da qui nasce la nostra narrazione: la scoperta dell'America, secondo noi, che da quegli avvenimenti ne siamo usciti vincitori. Ma se la storia l'avessero scritta gli sconfitti, oggi a quella data verrebbe associato un altro evento, descritto magari come l'inizio del grande genocidio: il genocidio dei nativi americani.

Sì, perché nelle Americhe, sia del Nord che del Sud, dal 1492 al 1890, furono sterminati tra i 70 e i 115 milioni di nativi. Di gran lunga il più lungo e sanguinoso genocidio mai commesso nella storia umana. Tanto per darvi un'idea, secondo lo storico e premio Pulitzer John Toland, i metodi di sterminio attuati contro i nativi americani vennero presi a modello da un certo Adolf Hitler.

Eppure, ancora oggi, la scoperta dell'America da parte di Cristoforo Colombo è considerata la versione ufficiale dei fatti. Pensare che la versione ufficiale corrisponda sempre alla verità è cosa ingenua e miope. Motivo per cui è fondamentale coltivare sempre il pensiero critico, mantenere il beneficio del dubbio ed evitare di focalizzarsi su quei contenuti che confermano solo ciò che già sappiamo e pensiamo.

Il problema dell’informazione distorta.

Questa distorsione accade anche oggi, nella nostra quotidianità. Sì, perché noi ci costruiamo un'idea del mondo in base alle notizie che riceviamo. La nostra percezione della realtà è estremamente soggettiva e personale, ma soprattutto basata sulle informazioni e gli input a cui abbiamo accesso ogni giorno.

Qual è il problema? Il problema è che, così come la storia, anche l'informazione, compresa quella mainstream, quella veicolata dai mass media, è spesso distorta, manipolata, strumentalizzata, vittima di conflitti di interesse sia politici che economici. Secondo il professor Alessandro Barbero, oggi, a differenza di un tempo, la propaganda non è più riconoscibile perché l'informazione stessa si è trasformata in propaganda.

D'altronde, basta sfogliare un qualsiasi quotidiano o guardare un TG per rendersi conto che sono diventati, in tutto e per tutto, il megafono delle istituzioni. Altro che giornalisti: pennivendoli e cortigiane che ripetono a pappagallo le comunicazioni calate dall'alto.

Il vero giornalismo.

Il vero giornalismo è altra cosa. È fatto di domande scomode, di diffusione di ciò che qualcuno non vuole si sappia. Esattamente come ha fatto Julian Assange, il più grande giornalista del XXI secolo, che per questo è stato rinchiuso in prigione.

Piccola parentesi importante: oggi l'informazione mainstream non passa solo attraverso TV e giornali. Il suo canale preferenziale sono i social network. Quindi la disinformazione e la propaganda ce l'abbiamo in tasca, tra le mani e sotto gli occhi 24 ore su 24.

Ma se l'informazione che riceviamo è distorta, la nostra percezione della realtà sarà distorta. E ci convinceremo così di vivere in un mondo che non esiste, un mondo pieno di guerre, pandemie, catastrofi e pericoli di ogni tipo, un vero e proprio disastro.

Non c'è mai stato un momento migliore di questo per vivere.

E allora è comprensibile che molti si lascino prendere dall'ansia o dalla depressione. Ma se vi dicessi che, sotto vari punti di vista e per moltissime persone, non c'è mai stato un momento migliore di questo per vivere? Non mi credete? Non dovete farlo. Giudicate voi.

Io mi limito a mettervi al corrente di alcuni fatti, negli ultimi 20 anni:

  • 2 miliardi di persone in più hanno avuto accesso all'acqua potabile; 
  • la mortalità infantile è stata dimezzata; 
  • il numero di persone che vive in povertà assoluta è drasticamente calato, e oggi è inferiore al 10%. 
  • Inoltre, quattro bambini su cinque vanno a scuola e l'istruzione non è mai stata così diffusa.
  • Internet ha permesso a miliardi di persone l'accesso libero alla cultura e alla conoscenza. 
  • I parchi naturali, che sono nati solo alla fine dell'800, oggi occupano il 15% delle terre emerse e il 7% degli oceani.
  • Infine, nell'ultimo secolo, l'aspettativa di vita globale è passata da 32 a 72 anni, e in Italia supera gli 83 anni. Vi rendete conto della fortuna che abbiamo rispetto a chi viveva agli inizi del 1900 o prima?

Conclusione.

Tuttavia, sia chiaro, questo non significa che va tutto alla grande. Dobbiamo continuare a fare del nostro meglio, anzi, dobbiamo migliorare rispetto a quanto fatto finora. Dobbiamo impegnarci, essere attivi, praticare consumo critico, difendere giustizia, libertà e diritti per tutti, imparando anche a trattare meglio la nostra casa, il pianeta Terra, e tutte le creature che lo abitano.

Ognuno deve fare la sua parte, come quel colibrì che vola verso l'incendio con una goccia d'acqua nel becco. Gli altri animali lo guardano e gli dicono: "Ma cosa credi di fare? Vuoi spegnere l'incendio con una goccia d'acqua?". E lui risponde: "No, io faccio la mia parte". Penso che se ognuno facesse la sua parte, insieme potremmo anche pensare di spegnere l'incendio.

Ma è ancora più importante avere una visione ampia e lucida di come vanno realmente le cose. Tale consapevolezza è fondamentale per vivere appieno il nostro presente, guardare al futuro con il giusto entusiasmo e, prima di tutto, saper riconoscere e alimentare tutto il bene del mondo.

Grazie a tutti. Grazie per l'invito, grazie agli organizzatori, ciao, alla prossima, grazie e un'ultima battuta stop al genocidio in Palestina!

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