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Come Parlare con gli Altri e Farseli Amici.

Oggi voglio parlare di un argomento che meriterebbe un libro o forse più di uno, cioè come parlare agli altri e farseli amici (e m...

Oggi voglio parlare di un argomento che meriterebbe un libro o forse più di uno, cioè come parlare agli altri e farseli amici (e mantenerli tali nel tempo). Esistono Libri a riguardo come quello di Dale Carnegie scritto negli anni 30 del millenovecento che a mio parere andrebbe aggiornato con tecniche e strategie un pochino più moderne. Detto ciò molti dei buoni consigli dati in quel libro restano ancora validi. Tuttavia vi propongo cosa io aggiungerei su questo argomento.

Avete presente quando gli altri ci parlano e vorremmo essere altrove?

Questa situazione, ammettiamolo, ci è capita a tutti: trovarsi in conversazioni con persone che discutono di argomenti che ci lasciano del tutto indifferenti. E può succedere con chiunque: in famiglia, con amici, con amici di amici, in azienda o durante cene di lavoro, a scuola  o in vacanza. E in quei momenti, mentre l’altra persona ci racconta con entusiasmo la cronaca del suo bonsai che ha messo il primo germoglio, dentro di noi si affaccia una sola domanda: perché dovrei interessarmi a questo? 

Il mio consiglio è: cambiamo la domanda, con una più vantaggiosa.

Quale? Questa ad esempio:

  • come possiamo trasformare una conversazione che ci annoia in qualcosa di nostro interesse?

Perché la vera sfida per noi stessi non è solo sopravvivere ad una conversazione che avremmo preferito evitare ma farla diventare interessante e con stile. 

Ok, però come possiamo evitare di trasmettere noia o disinteresse, quando invece vorremmo teletrasportarci in un'altra dimensione? Come si fa a restare in relazione, senza sentirsi intrappolati?

Negli anni  ho trovato alcune STRATEGIE.

Per prima cosa cerco di ricordarmi questo presupposto semplice quanto utile: molte persone amano parlare di sé stesse e dei propri interessi, e – tranne in rari casi – non sono particolarmente curiose di conoscere davvero noi o ciò che ci appassiona.

E lo so, e vi capisco benissimo, quando vivete la frustrazione opposta: cioè quando siamo noi a parlare di ciò che ci appassiona e gli altri sembrano voler fuggire con la scusa di andare a vedere se hanno lasciato il gas acceso. Quindi, come facciamo a coinvolgerli? Come facciamo a non sentirci ignorati?

Compreso il paradosso? Ognuno di noi vorrebbe che gli altri si interessassero ai nostri interessi, e allo stesso tempo… non sempre abbiamo voglia di ascoltare quelli altrui. Eppure è proprio questa ricchezza e diversità di interessi che rende il mondo così vario.

Vediamo come costruire ponti relazionali, anche dove sembra impossibile.

Negli anni ho insegnato in alcuni corsi che senza un minimo di interesse, vero o simulato che sia, non è possibile costruire ponti, connessioni con gli altri e relazioni. E senza ponti, restiamo isolati e arroccati all'interno dei nostri castelli costruiti in aria, issando sul pennone lo stendardo che riporta la scritta: “i miei gusti, prima di tutto!”

Nel mio personale studio su come trattare gli altri per farseli amici, ho elaborato tre efficaci stratagemmi – molto utili anche per chi, come me, preferisce conversazioni stimolanti anziché racconti monotoni sui problemi di digestione del cane del vicino.

Primo stratagemma: fare DOMANDE e usare il RICALCO verbale e non verbale.

Quando qualcuno ci parla di qualcosa che ci annoia, possiamo usare quella conversazione come Palestra di Comunicazione. Allenarci con le tecniche delle Domande e del Ricalco, ovvero scoprire quali sono le domande che fanno sentire all’altro che siamo interessati, che stiamo seguendo, anche solo comportandoci “come se” fossimo realmente interessati. È un gioco di attenzione selettiva: mentre loro parlano, noi ci esercitiamo. Perché solo con il Ricalco (verbale e non verbale) possiamo poi guidare la conversazione altrove. Senza Ricalco, il rischio è lo scontro frontale contro un muro di disinteresse. Con il Ricalco (che non è un scimmiottare o copiare a pappagallo) gettiamo le prime funi empatiche per costruire il ponte, la connessione, cioè un substrato di comunicazione comune.

Secondo stratagemma: Parallelismi Creativi.

Le domande ci danno informazioni. E con quelle informazioni possiamo fare magie! 

Possiamo creare parallelismi con temi che ci piacciono. Loro parlano di allevamento di lumache? Possiamo paragonarlo alle strategie lente e costanti del Marketing a lungo termine. Uniamo i due mondi, creiamo ponti tra i loro interessi e i nostri. Così, magari, anche loro scopriranno qualcosa che prima ignoravano. E noi ci saremo divertiti nel farlo. ;-)

Quando introduciamo i nostri argomenti dobbiamo sempre stare attenti a non partire con monologhi lunghi e noiosi per gli altri. Dobbiamo ricordarci che l'esercizio è far parlare l'altro dei suoi interessi e inserire brevi aneddoti ponte con le cose che interessano a noi.

Terzo stratagemma: Curiosità e Opportunità.

Ogni interesse altrui è un’occasione per scoprire mondi nuovi. Una sera, a cena, una persona mi ha parlato di… uncinetto. Che per me è sempre stato un mistero tessile. E poi di serie tv, di cui non seguivo nemmeno una. Eppure, alla fine della serata, lei ha detto che la conversazione era stata piacevolissima. Perché? Perché io mi stavo allenando: stavo affinando la mia capacità di ascoltare, di fare ricalco verbale e non verbale, di comprendere, domandare e trovare connessioni. Lei parlava di uncinetto, io pensavo a quanto fosse simile alla tessitura delle reti di relazione. Un punto dopo l’altro.

E quando l’esercizio è finito?

Quando sentiamo che la conversazione ha dato tutto ciò che poteva, congediamoci con grazia. Non serve fuggire dalla finestra: basta un saluto gentile, un cambio di argomento ben gestito, o un semplice “ti ringrazio, è stato davvero interessante” (anche se per noi lo è stato per lo più allenamento).

Perché grazie agli allenamenti di Comunicazione ogni conversazione noiosa può diventare un laboratorio di relazioni, uno spazio per sviluppare nuove abilità comunicative. 

L’arte non sta nel trovare solo persone interessanti, ma nel diventare persone capaci di trasformare ogni dialogo in un’opportunità interessanti.

E tu, la prossima volta che qualcuno ti parlerà per venti minuti del suo nuovo frullatore multifunzione… saprai cosa fare? ;-)

E se pensate che questo sia facile, sappiate che per diventare abili come giocolieri nella comunicazione ci vuole una vita di esercitazioni. Buoni allenamenti.

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